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Ovidio


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autore
brano
 
Tacito
De oratoria,1
 
originale
 
[1] Saepe ex me requiris, Iuste Fabi, cur, cum priora saecula tot eminentium oratorum ingeniis gloriaque floruerint, nostra potissimum aetas deserta et laude eloquentiae orbata vix nomen ipsum oratoris retineat; neque enim ita appellamus nisi antiquos, horum autem temporum diserti causidici et advocati et patroni et quidvis potius quam oratores vocantur. Cui percontationi tuae respondere et tam magnae quaestionis pondus excipere, ut aut de ingeniis nostris male existimandum [sit], si idem adsequi non possumus, aut de iudiciis, si nolumus, vix hercule auderem, si mihi mea sententia proferenda ac non disertissimorum, ut nostris temporibus, hominum sermo repetendus esset, quos eandem hanc quaestionem pertractantis iuvenis admodum audivi. Ita non ingenio, sed memoria et recordatione opus est, ut quae a praestantissimis viris et excogitata subtiliter et dicta graviter accepi, cum singuli diversas [vel easdem] sed probabilis causas adferrent, dum formam sui quisque et animi et ingenii redderent, isdem nunc numeris isdemque rationibus persequar, servato ordine disputationis. Neque enim defuit qui diversam quoque partem susciperet, ac multum vexata et inrisa vetustate nostrorum temporum eloquentiam antiquorum ingeniis anteferret.
 
traduzione
 
1. Spesso mi chiedi, Giusto Fabio, come mai, mentre tempi precedenti hanno visto fiorire in tutta la loro gloria i talenti di tanti oratori eccezionali, proprio la nostra et?, abbandonata e rimasta come orfana del prestigio dell'eloquenza, riesca con fatica a conservare il nome stesso di oratore; questo nome, infatti, lo diamo solo agli uomini del passato e chiamiamo invece i buoni parlatori del nostro tempo causidici e avvocati e patroni: tutto, ma non oratori. Far fronte a questa tua domanda e addossarmi il carico di un problema cos? grave - che indurrebbe a esprimere un giudizio sfavorevole sulle nostre capacit?, nel caso che non ne siamo all'altezza, oppure sulla nostra sensibilit?, nel caso che non vogliamo esserlo - ? cosa per cui davvero non mi sentirei il coraggio, qualora dovessi esprimere il mio punto di vista e non, invece, riprendere la conversazione svoltasi tra alcune persone - ottimi parlatori, almeno per il nostro tempo - dalle quali io, giovane allora, ho ascoltato una trattazione approfondita proprio di tale questione. Pertanto, non l'intelligenza ? in gioco, bens? lo sono la memoria e i ricordi, per ripercorrere ora i concetti sottilmente escogitati e le parole ponderate che ho ascoltato da uomini eminenti, i quali, nel manifestare ciascuno il proprio animo e il carattere individuale, adducevano motivazioni tra loro diverse, ma tutte plausibili. Ora rispetter? l'ordine della discussione, il suo andamento e gli argomenti prodotti. C'? stato, infatti, anche chi ha sostenuto il punto di vista opposto e, dopo aver strapazzato e irriso il prestigio dell'antichit?, ha posto l'eloquenza contemporanea al di sopra del talento degli antichi.
 

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